Il 2020, fortemente colpito dal Coronavirus, ha messo in luce il grande valore della logistica, settore real estate che si è dimostrato essere il più resiliente.
A confermarlo sono i dati pubblicati nell’ultimo Borsino Immobiliare della Logistica H1 2020, redatto da World Capital in collaborazione con Nomisma, dove è emerso che il mercato immobiliare logistico italiano non ha risentito particolarmente dell’impatto del Covid-19: l’81% delle trattative si finalizzerà entro un anno, mentre soltanto il 19% delle operazioni si prolungherà oltre i 12 mesi.
Parliamo di un settore competitivo, che lascia poco spazio alle contrattazioni, con la domanda concentrata al Nord e al Centro, molto forte in città prime come Genova, Milano, Padova, Bologna, Firenze e Roma.
Tutto questo rende l’asset class logistico uno tra i settori immobiliari più attrattivi e stimolanti degli ultimi anni.
In Italia la filiera logistica conta circa 17 milioni di metri quadrati di stock di grado A (strutture con altezze di almeno dieci metri, compliant con normative antincendio sempre più restrittive, certificate LEED e BREEAM), comparto che l’anno scorso ha segnato il record degli ultimi dieci anni, con quasi 1,5 milioni di metri quadrati di nuovi spazi logistici e con un tasso di vacancy ai minimi storici, che a giugno di quest’anno non superava il 2%.
La tendenza, già in atto prima della pandemia, è quella del downgrade del retail out of town, accompagnata all’evoluzione degli spazi: fullfillment center, sortation center, distribution center o last mile distribution center, sono oggi i tre tagli principali che costellano le grandi città metropolitane come Milano e Roma.
Le evoluzioni all’interno della logistica sono ben manifeste anche in una serie di analisi e studi effettuati da importanti Osservatori, come per esempio l’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, che il prossimo 10 novembre terrà in streaming il Convegno di presentazione dei risultati della Ricerca.
La logistica ha inoltre assunto grande importanza anche per il comparto retail, che anziché esternalizzarlo ora lo segue internamente. Oggi infatti si punta ad avere una rete distributiva più capillare: non spariscono i grandi centri lungo le autostrade, dove il terreno costa poco e gli spazi sono ampi, ma pian piano crescono i magazzini più piccoli situati vicino alle città.
Spazio anche alla riqualifica di aree industriali dismesse, con grande possibilità di crescita e valorizzazione di spazi fino ad oggi abbandonati.
La logistica con valore aggiunto, così definita dalla LIUC Business School in uno dei suoi ultimi Rapporti, si dimostra un ottimo driver per le evoluzioni sia dal punto di vista professionale, che da quello economico.
Innovazioni che avranno un impatto positivo sugli operatori, sugli ecosistemi urbani e sulle future dinamiche di spostamento, avviandoci così verso una Urban Logistic sempre più green e sostenibile.