Il Covid-19 ha impattato su molti settori immobiliari, soprattutto su quello hospitality.
Nelle scorse settimane abbiamo analizzato quali sono stati e quali potrebbero essere gli effetti della pandemia sul comparto alberghiero, ma cosa è stato fatto per aiutare gli hotel a resistere in questo momento delicato e per sostenerli nella trasformazione?
Il governo ha elaborato alcune misure temporanee di sostegno agli albergatori per gestire l’emergenza, tra cui:
– Tax credit del 30% del canone nei casi di contratti di affitto d’azienda e 60% del canone per la locazione d’immobile o di leasing. L’importo da prendere come riferimento è quello versato nel periodo di imposta 2020 per tre mesi: marzo, aprile e maggio. Per le strutture stagionali: aprile, maggio e giugno.
Per fruire dell’agevolazione è necessario che il canone sia stato corrisposto altrimenti la possibilità di fruirne rimane sospesa fino al momento del versamento.
Alle strutture alberghiere spetta indipendentemente dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente. Secondo l’Unione Europea, però, il credito d’imposta non deve superare l’importo di 800.000 Euro annuali. Per le compagnie alberghiere strutturate la soglia è facilmente oltrepassabile.
– E’ previsto un credito d’imposta anche per l’adeguamento degli ambienti di lavoro e per la loro sanificazione e l’acquisto di dispositivi dì protezione.
– Sospensione IMU (rata di giugno) solo per i soggetti che sono sia proprietari che gestori di una struttura alberghiera.
– Sospensione del saldo e della prima rata IRAP per chi chiude il bilancio al 31 dicembre e non prima. Misura valida per le imprese con un volume di ricavi fino a 250 milioni di Euro.
– Rivalutazione dei cespiti e delle partecipazioni risultanti dal bilancio al 31 dicembre 2019 rivolta alle aziende che non adottano i principi contabili internazionali. Sono esclusi gli immobili alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività di impresa, i “beni merce”, come ad esempio quelli costruiti o fabbricati per la vendita delle società edili di costruzione o ristrutturazione o quei fabbricati acquistati per la rivendita da società di compravendita immobiliare.
La rivalutazione consente il riconoscimento fiscale immediato dei maggiori valori. Il maggior valore sarà riconosciuto ai fini della determinazione della plusvalenza nell’ipotesi di cessione. Se i beni rivalutati vengono ceduti, assegnati ai soci o destinati a finalità estranee all’esercizio di impresa o al consumo personale o familiare dell’imprenditore prima del quarto anno successivo, ai fini della determinazione della plusvalenza il costo iniziale è quello prima della rivalutazione.
– Lavori di miglioramento della classe energetica e di riduzione del rischio sismico.
Il bonus è valido sia per le seconde case che per le parti comuni degli edifici. Castelli, palazzi di eminenti pregi storici o artistici sicuramente sono esclusi, la conversione in legge non include direttamente e specificatamente nemmeno gli alberghi.
Con il nuovo ecobonus al 110%, basato sulla possibilità di poter cedere il credito d’imposta all’azienda che ha svolto gli interventi, che a sua volta può ricederlo alla banca, gli alberghi in Italia avrebbero potuto prevedere interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico per essere competitivi, appetibili e sostenibili economicamente elevandone il valore di mercato.
– E’ stato invece istituito un fondo di 50 milioni di Euro, finalizzato alla sottoscrizione di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio e fondi di investimento per la ristrutturazione e la valorizzazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive.
Le associazioni che rappresentano gli albergatori e gli operatori del settore dovrebbero avere materia in capitolo perché suggeriscono risposte concrete a reali esigenze. Poche azioni, ma tempestive e mirate, proposte da chi sa di cosa di cosa ha bisogno, sono gli unici strumenti capaci di rilanciare un’industria e non disperdere un patrimonio che vale oltre 100 miliardi di Euro creato nel tempo grazie alla capacità delle singole strutture di generare ricchezza e alla filiera turistica di rendere attrattive le destinazioni.